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Programma Ematoncologia

Direttore di Programma

Corrado Tarella

Vision and Mission

Sotto la Direzione del Prof. Corrado Tarella il Programma di Oncoematologia IEO è costituito da un team multidisciplinare di specialisti e di dedica alla lotta ai tumori ematoncologici attraverso due obiettivi principali: 

  1. Trattamento multidisciplinare e dedicato per ogni paziente. Il Programma offre ai suoi pazienti le cure più avanzate seguendo i protocolli internazionali più avanzati e ha inoltre sviluppato il servizio CARE che offre supporto ai pazienti tutti i giorni 24h/24.
  2. Sviluppo di protocolli innovativi di ricerca clinica

Il Programma combina la ricerca più innovativa con i migliori protocolli di trattamento già noti e testati per offrire ad ogni paziente il miglior percorso terapeutico. La ricerca si concentra su: 

  • Ricerca sui risultati: con l'obiettivo di valutare i risultati a lungo termine sulla base dei fattori di prognosi
  • Studi clinici sperimentali 
  • Studi clinici che puntano ad ampliare o modificare lo spettro di applicazione di trattamenti già noti per arrivare a nuovi schemi di terapia

La ricerca clinica e sperimentale del Programma si basa su una collaborazione multidisciplinare tra: 

Il team collabora costantemente inoltre con il Prof. Riccardo Dalla Favera, Direttore del Pathology Dept. presso la Columbia University a New York, USA

 

  • Patologie ematoncologiche trattate

    Le neoplasie ematologiche, chiamate anche cancri del sangue sono tumori che colpiscono le cellule del midollo osseo, il sistema linfatico ed il sistema immunitario. Di fatto, le neoplasie ematologiche derivano dalla proliferazione e la sopravvivenza di due principali citogenesi del sangue: linee di cellule mieloidi e  linfoidi.

    Le principali patologie trattate (per pazienti con età superiore ai 16 anni) includono:  

    1. I.          Leucemia
        1. - Leucemia mieloide acuta (LMA)
        2. - Leucemia linfoblastica acuta (LLA)

        - Leucemia mielogena cronica (LMC)

        1. - Leucemia linfatica cronica (LLC)
    1. II.       Linfoma
        • - Linfoma non-Hodgkin (LNH): ci sono numerosi sottotipi, i piú frequenti sono linfomi diffusi a grandi cellule B (DLB-CL) e linfoma follicolare(LF).
          • - Linfoma di Hodgkin (LH)
    1. III.        Mieloma Multiplo
    1. IV.        Sindrome Mielodisplastica
    1. V.        Altri tumori ematoncologici

     

     

  • Cura e assistenza al paziente

    Il Programma “CARE” 

    I pazienti con delle neoplasie ematologiche necessitano di attento controllo medico, in particolare nei primi stadi della malattia e durante il periodo di trattamento. I pazienti possono avere delle complicazioni di grado variabile di severità come conseguenza sia della malattia latente, sia del trattamento ricevuto.

    Al fine di offrire ai nostri pazienti un migliore supporto, nel giugno del 2015 abbiamo creato il programma CARE (assistenza continua per i pazienti IEO-OM-2), incluso 24 ore di assistenza su chiamata. Tutti i pazienti all’OM-2 hanno un numero telefonico diretto (numero da chiamare: 02-4379960) per chiamare e parlare con il medico di turno, se si verificano segni o sintomi imprevisti.

    In caso di emergenza il paziente può essere visitato nella stanza a due letti delle emergenze della corsia OM-2 Il paziente avrà un esame fisico completo, insieme a procedure diagnostiche primarie e possibili terapie, in accordo con la presentazione clinica. Il paziente sarà quindi ammesso all’ospedale se necessario.  

     

  • Attività di Ricerca sui risultati

    Il termine Ricerca sui Risultati indica tutti gli studi che riguardano l’efficacia di qualsiasi intervento terapeutico e servizio sanitario, ovvero i risultati dei servizi. Parte dei nostri studi sono dedicati alla ricerca sui risultati, e ciò implica valutare i risultati complessivi dei pazienti gestiti al nostro istituto. Raccogliamo dati sul numero di pazienti trattati al nostro centro e l’obiettivo finale è quello di creare delle relazioni che mostrano quanti pazienti hanno tratto vantaggio dai nostri trattamenti. In dettaglio, i temi principali della ricerca sui risultati includono:

    • sicurezza ed efficacia, con le caratteristiche dei pazienti che ricevono l’intervento e come i pazienti aderiscono alla terapia;
    • benessere del paziente, ad esempio, come gli interventi medici influenzeranno fisicamente e psicologicamente i nostri pazienti, gli effetti avversi dei farmaci e quelle complicazioni a seguito d’intervento che possono influenzare la qualità e quantità della vita.

     

    Sperimentazioni accademiche e sponsorizzate dall’azienda

    I multicentri per la sperimentazione clinica rappresentano uno strumento unico per il progresso nel campo della medicina.  La sicurezza e l’efficacia di nuovi approcci diagnostici o trattamenti sono infatti valutati in più di uno dei centri medici, includendo così un numero maggiore di partecipanti. La possibilità di comparare risultati tra i centri rafforza ancora di più il valore degli studi nei multicentri, aumentando la generalizzabilità dei risultati ottenuti. Certamente, i vantaggi delle sperimentazioni nei multicentri sono ben consolidati e la partecipazione a sperimentazioni è un’attività caratteristica di istituti medici altamente qualificati, in particolare quelli dedicati alla medicina oncologica. Il nostro centro partecipa a diverse sperimentazioni cliniche nei multicentri, sia studi “accademici” (senza profitto) che studi farmaceutici.

    I gruppi di studio dei multicentri nazionali ed internazionali promuovono la maggior parte degli studi accademici e la divisione oncoematologica all’istituto Europeo di Oncologia (IEO) è affiliata ai gruppi di studi dei principali multicentri italiani. Questi gruppi includono FIL (Fondazione Italiana Linfomi) per studi su neoplasie linfoproliferative: NIGL (Gruppo Leucemie Nord-Italia) per studi su leucemia acuta; GIMEMA – Network italiano mieloma multiplo per studi sul mieloma multiplo. Tra i gruppi internazionali, la nostra divisione di oncoematologia partecipa alle sperimentazioni nei multicentri condotti all’interno del network Europeo DLPT (Disordini linfoproliferativi post-trapianto) e IELGS (Gruppo di Studio Internazionale sui linfomi Extranodali). Infine, ci sono ancora partecipazioni in corso con alcuni multicentri e sperimentazioni internazionali sponsorizzate da aziende farmaceutiche. La maggior parte di queste ultime hanno lo scopo di valutare i nuovi e promettenti farmaci mirati.   

     

     

    Trapianto del midollo osseo

    Una parte non trascurabile della nostra attività è assegnata al trapianto di midollo osseo (BMT), che comprende sia l’autotrapianto che il trapianto allogenico. Questa sezione è principalmente basata sulla lunga esperienza del Direttore, Prof.Tarella, nel campo della mobilitazione e uso clinico delle cellule steminali ematopoietiche, conosciute anche come PBSC o Cellule staminali da sangue periferico/cellule progenitrici.

    Il Prof. Tarella ha contribuito a livello seminariale, promuovendo lo sviluppo dei trattamenti a base PBSC, sia nell’autotrapianto, sia nel trapianto di cellule staminali ematopoietiche allogenico (HSCT). La sezione BMT all’IEO è coordinata al momento dal Dr. Rocco Pastano. Negli ultimi anni, oltre alle procedure ben consolidate di autotrapianto HSCT, la divisione OM-2 all’IEO ha sviluppato un approccio al HSCT allogenico da donatori aploidentici, utilizzando la potente capacità di attecchimento del PBSC. L’approccio aploidentico con PBSC ha permesso di offrire delle opportunità terapeutiche al HSCT allogenico a pazienti con poche se non scarse possibilità di sopravvivenza con terapie convenzionali. In tal modo, la maggior parte degli sforzi clinici e di ricerca al IEO-OM-2 sono indirizzati all’attività del BMT, sia in termini di risultato di ricerca e sia di sviluppo di nuove procedure di trapianto.

  • attività di ricerca di base

    Parte dell’attività di ricerca del IEO-OM-2 è dedicata alla ricerca di base. Gli studi sono portati avanti dal Laboratorio Sperimentale di EmatologiaDi seguito gli argomenti principali del programma di ricerca all’IEO-OM-2.

     

     

    Telomero, invecchiamento cellulare e cancro

    Il telomero è una regione alla fine di ciascun cromosomo, la quale ha lo scopo di proteggere la parte terminale del cromosomo dal deterioramento o dalla fusione con i cromosomi vicini. Certamente il telomero è una struttura essenziale per prevenire instabilità genetica e il rischio di sviluppare dei cloni di cellule maligne.

    A ciascuna divisione cellulare, il DNA telomerico non è replicato completamente. Di conseguenza ogni divisione cellulare somatica viene associata ad una perdita fisiologica del DNA telomerico. Per questo, una caratteristica tipica del telomero è il suo lento e progressivo accorciamento durante la durata della vita di una cellula e analogamente durante la durata della vita di ogni individuo. Di conseguenza, la lunghezza del telomero (LT) rappresenta un biomarcatore affidabile dell’età cellulare e potenziale mitotico, sia in vitro che dal vivo. Le cellule ematopoietiche sono soggette all’erosione del telomero durante il processo di differenziazione e di impegno costante. Inoltre, l’esposizione ad agenti citotossici o ad uno stress proliferativo notevole, incluso rigenerazione del midollo osseo dopo HSCT, può produrre un accorciamento non fisiologico del LT. Per queste ragioni, LT è stato analizzato in modo intensivo con l’obiettivo di definire il grado di invecchiamento delle cellule nel sistema ematopoietico.

    Certamente, parte degli studi biologici effettuati dal Prof. Tarella e collaboratori nel corso degli anni è stato indirizzato verso gli studi del LT delle cellule ematopoietiche sia in soggetti normali ed in pazienti con neoplasie ematologiche. Alcuni studi iniziali hanno permesso di dettagliare l’accorciamento del LT nelle cellule del sangue periferico (PB) in soggetti normali. Gli studi attualmente in corso stanno investigando il ruolo che varie sostanze possono svolgere nella dinamica dell’accorciamento di LT nelle cellule ematopoietiche e la possibile correlazione con l’insorgenza di cellule maligne.  

     

     

    Vescicole Extracellulari (EVs) e EVs armati di TRAIL

    Le vescicole extracellulari (EVs) sono delle vescicole membranose rilasciate da una varietà di cellule nel microambiente extracellulare e sono dei potenti veicoli di comunicazione intercellulare. Le Evs hanno la capacità di trasferire proteine, lipidi, e acidi nucleici, un importante meccanismo per varie funzioni fisiologiche e pathologiche sia per la cellula madre che per la beneficiaria. Vi è un interesse crescente nel campo della ricerca oncologica per utilizzare EVs come veicoli di materiale genetico che possono invertire lo sviluppo del tumore o come trattamento in combinazione con la chemioterapia. Il gruppo IEO-OM-2  sta effettuando degli studi di ricerca su questo. Molti studi traggono vantaggio dal rilascio di EVs da cellule stromali mesenchimali umane coltivate (hMSC).

    Il sistema di cultura standardizzato per l’espansione in vitro del hMSC e per la consistente produzione di Evs da MSC coltivati sono ben fondati. L’obiettivo del nostro programma di ricerca è quello di modificare geneticamente l’Hmsc coltivato attraverso la trasduzione lentivirale in modo tale da ottenere molecole di membrana specifiche  attive contro le cellule tumorali. Le stesse molecole saranno espresse sull’Evs da Hmsc geneticamente modificati. Queste Evs saranno dei veicoli straordinariamente efficaci per uccidere molecole tumorali. Questo sottoprogetto parte del vasto Programma di Ricerca sulla “terapia cellulare con effettori armati di TRAIL, modificati geneticamente o fenotipicamente reindirizzati” supportato dal Programma Speciale AIRC-5%- Oncologia Clinica Molecolare MCO-9998.

     

    Caratterizzazione biologica dei nuovi obiettivi terapeutici nel linfoma

    Un’altra linea di ricerca attiva è finalizzata alla definizione e alla caratterizzazione biologica dei nuovi obiettivi molecolari nelle neoplasie linfoproliferative. Lo scopo della nostra ricerca è l’identificazione di nuovi obiettivi terapeutici e terapie biologiche capaci di sormontare la resistenza ai trattamenti standard di chemioterapia con un calo di tossicità. Stiamo al momento facendo dei test sull’efficacia degli approcci di terapia di precisione in vitro e dal vivo per linfoma e leucemia linfoide con lo scopo di ideare delle sperimentazioni cliniche con nuovi agenti mirati per pazienti con linfoma recidivo-refrattario ad alto rischio. 

     

    Studi di genomica e epigenetica

    Gli studi genomici mirano a capire la struttura e la funzione del genoma, incluso il DNA. Tali studi permettono di esaminare le differenze molecolari tra le cellule normali e trasformate, in modo da identificare le anomalie molecolari coinvolte nel meccanismo di sviluppo ed espansione del tumore. Vi sono diversi altri fattori coinvolti nel meccanismo di espressione del gene che non sono causati dai cambiamenti nella sequenza del DNA. Questi meccanismi sono investigati dagli studi epigenetici. Ancora una volta, anomalie nei fattori che regolano l’accensione e spegnimento dei geni sono note per essere coinvolte nella crescita delle cellule tumorali. Il programma approfondirà l’investigazione su ambedue i livelli genomici e epigenetici, su campioni da soggetti normali e pazienti con neoplasie ematologiche. 

     

    Nuovi farmaci mirati al trattamento dei linfoma

    Nell’ultimo decennio, dei notevoli miglioramenti sono stati raggiunti nella comprensione della generazione linfocita patologica e normale, con notevoli contribuzioni da gruppi di ricerca eminenti, incluso il gruppo diretto da Riccardo Dalla Favera alla Columbia University di New York. Questo ha portato all’identificazione di diversi posti di blocco molecolari cruciali per la proliferazione di cellule linfoidi.

     

    Di conseguenza, dei nuovi sottotipi di linfoma sono stati riconosciuti e laWHO Classification è l’unico testo di riferimento per la diagnosi patologica corretta di qualsiasi entità di linfoma che ora può essere identificato sulla base di specifici marcatori cellulari e molecolari. Prof. Stefano Pileri, direttore della Divisione di Ematopatologia all’IEO, è tra gli otto redattori della WHO Classification. Nuovi farmaci sono stati sviluppati ed altri sono in fase di sviluppo. La sfida di oggi è quella di definire il posto ideale per questi nuovi farmaci, in combinazione con altri trattamenti efficaci già disponibili per il linfoma. La diagnosi istologica e accurata per ogni nuovo paziente è ormai obbligatoria per sfruttare in modo ottimale i nuovi farmaci molecolarmente mirati.

PARTNERSHIP

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