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Chiara

Chiara è volontaria dell'Istituto da molti anni, e quando ne parla le brillano gli occhi. Crede in un futuro senza cancro, e non è la sola.

Per tutti i 38 anni in cui ho lavorato in un piccolo negozio di articoli per pelletteria e scarpe, quando la gente entrava mi sentivo sempre felice di scambiare due chiacchiere, e mi ponevo come priorità l’essere gentile e pronta all’ascolto. Per questo non ho mai definito la mia attività un semplice supporto alla vendita: quello che cercavo veramente era un rapporto con la clientela che potesse evolvere in amicizia e sulla base del quale potessero fidarsi di me.

Ho deciso di fare volontariato una mattina come altre, mentre ero alla guida, accorgendomi dell’apertura di un grosso cantiere sulla Ripamonti. Tutti a Milano sapevano che da lì a poco sarebbe stato costruito un Istituto di cura e ricerca per malati oncologici, e io, vicina all’età della pensione, desideravo sopra ogni cosa continuare a mettermi a disposizione degli altri e a costruire legami forti con le persone. È iniziata così la mia avventura assieme a quella di tanti altri volontari, animati dalla mia stessa passione.

Desideravo sopra ogni cosa mettermi a disposizione degli altri e costruire legami forti con le persone

La prima reazione nei nostri confronti all’inizio è di diffidenza, ma poi basta un poco di fiducia e la nostra presenza diventa come quella di un amico

Chi entra in Istituto non necessariamente sa della nostra attività, ma subito si accorge della nostra presenza. Siamo pronti vicino ai totem dell’accettazione ad accogliere chi arriva, un po’ disorientato o intimorito dal luogo; siamo pronti a fare compagnia ai pazienti nelle loro stanze. La prima reazione nei nostri confronti all’inizio è di diffidenza, perché siamo comunque persone estranee, ma poi basta un poco di fiducia e la nostra presenza diventa come quella di un amico. Dopo l’ascolto, il dialogo si trasforma in uno scambio di idee, di sensazioni, di confessioni intime.

Il volontariato è un’attività molto appagante, si fa per gli altri ma alla fine anche un po’ per sé: basta un sorriso o un complimento da parte della persona che hai aiutato e la giornata prende una piega diversa. Mi sento completa grazie a questa esperienza, e quando ne parlo gli amici mi dicono che mi vedono brillare gli occhi. La verità è che credo in quello che faccio e in un futuro senza cancro, e non sono la sola. Il contributo di tutti è il vero motore per poter sostenere la ricerca, e la mia piccola attività si somma a quella di chi fa donazioni, di chi dona il suo 5 x Mille, di chi ogni giorno fa un lavoro prezioso, investendo tempo e amore.




UN PICCOLO GESTO E' PER NOI UN GRANDE AIUTO

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