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Un algoritmo per predire la risposta delle terapie oncologiche

Pubblicato il: 15 marzo 2019, Novità

Obiettivo: personalizzare al meglio le terapie evitando cure inefficaci. Quest’anno i primi risultati

Alleanza Contro il Cancro (ACC), la rete oncologica nazionale di cui IEO è parte, fondata dal Ministero della Salute, annuncia che entro quest’anno si concretizzeranno i primi risultati del progetto di creazione e validazione dell’algoritmo ideato dal team di Immunoterapia per predire la risposta del paziente ai trattamenti immunoterapici o, in alternativa, ad altre soluzioni terapeutiche.

Grazie a questo strumento sarà possibile evitare cure non necessarie, e dunque personalizzare la strategia terapeutica consigliando per ciascuno il percorso più efficace.

È un progetto ambizioso dal punto di vista scientifico, e di grande valore clinico, evidenzia Piergiuseppe Pelicci, Direttore della Ricerca IEO e Direttore Scientifico di Alleanza contro il Cancro: «L’immunoterapia rappresenta una rivoluzione straordinaria nella terapia dei tumori, sta dando ottimi risultati nella cura di melanomi, linfomi e cancro polmonare, per citare i primi tumori trattati con questo nuovo approccio. Ma ci sono due problemi. Innanzitutto l’immunoterapia, così come le altre cure, può avere effetti collaterali importanti, che pongono a dura prova i pazienti trattati. E poi, soprattutto, è efficace solo in una frazione dei pazienti. È quindi urgente mettere a punto test predittivi, come questo algoritmo, che selezionino i pazienti che beneficeranno del trattamento. Ciò permetterà di trattare solo i pazienti per cui l’immunoterapia è efficace, evitando così tossicità inutile e lasciando agli altri pazienti la possibilità di essere trattati con altri farmaci».

Alla creazione dell’algoritmo hanno collaborato oltre 250 persone, una molteplicità di professionisti provenienti da mondi diversi. «Non è il progetto di un singolo ospedale, ma un lavoro enorme che coinvolge tutti gli ospedali di ricerca (IRCCS) italiani, coordinati da Alleanza Contro il Cancro - sottolinea Pelicci -. E non coinvolge solo i clinici, ma anche ricercatori di base, bioinformatici, biologi, anatomopatologi, chirurghi. Istituti insieme, e medici e ricercatori insieme».

ACC ha iniziato la costruzione di una rete di ospedali di ricerca circa tre anni fa. «Un lavoro duro, che ha comportato un confronto serrato, l’adozione di procedure e protocolli di ricerca e assistenza comuni, la condivisione di piattaforme tecnologiche e informatiche. Ciò fa sì che ogni paziente, ovunque sia trattato, è un paziente della rete: medici e ricercatori lavorano insieme, anche se in ospedali diversi, per offrire risposte rapide e qualità di cure che corrispondano alle più avanzate conoscenze disponibili» -conclude Pelicci.

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