Pubblicato il: 20 marzo 2019,
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Nasce la prima Unità Funzionale di Chirurgia Cardiotoracica Oncologica
Il Prof. Lorenzo Spaggiari, Direttore del Programma Polmone dell’Istituto Europeo di Oncologia, e il Prof. Francesco Alamanni, Direttore del Programma di Chirurgia Cardiovascolare del Centro Cardiologico Monzino, attiveranno la prima Unità Funzionale, tra due IRCCS, di Chirurgia Cardiotoracica Oncologica per i tumori maligni polmonari o mediastinici avanzati.
L’Unità rappresenta una continuità, anche organizzativa, alle attività di “chirurgia combinata” intraprese tra i due istituti da più di 15 anni. «La novità di oggi è che allo IEO gli interventi al cuore per rimuovere l’infiltrazione di un tumore polmonare non sono più eccezioni legate a situazioni speciali, ma una routine basata su solide basi scientifiche e una esperienza clinica di molti anni su numerosi casi - commenta Spaggiari-. Già nel 2005 abbiamo pubblicato su Annals of Thoracic Surgery una nostra ricerca che dimostrava su 15 pazienti, con età dai 35 ai 74 anni, che la pneumonectomia per tumore polmonare con resezione parziale dell’atrio sinistro, senza bypass cardiopolmonare, è una procedura efficace, con un basso tasso di effetti collaterali e mortalità postoperatoria uguale a zero. Oggi, grazie all’evoluzione delle tecniche chirurgiche e anestesiologiche, e all’avvento dei nuovi farmaci che hanno migliorato la selezione dei pazienti, i nostri risultati sono ancora migliori».
Il cuore non è più un ostacolo alla radicalità della chirurgia oncologica. «Un cuore infiltrato da un tumore è stato considerato a lungo un limite tecnico, oltre il quale il chirurgo non potesse andare, ma le possibilità di resezione e ricostruzione del cuore sono in continua evoluzione - continua Alamanni - e sempre più di frequente il cardiochirurgo non ha problemi a rimuovere il tumore dal cuore. Nella nostra esperienza abbiamo trattato infiltrazioni neoplastiche a vene polmonari, atrio sinistro, vena cava e atrio destro, aorta e arteria polmonare e anche metastasi al ventricolo sinistro. È l’oncologo che ci indica quanto dobbiamo “osare”, a seconda di quanto la radicalità chirurgica sul polmone e sul cuore incide sulla prognosi del paziente. Se la neoplasia è limitata all’infiltrazione e/o a piccole metastasi sul cuore, e non sono coinvolti altri organi, l’oncologo può dare il via libera a procedure chirurgiche anche complesse, a fronte di un sostanziale miglioramento della prognosi».
Non solo i tumori del polmone localmente avanzati al cuore, ma anche i tumori mediastinici e i timomi con interessamento cardiaco possono beneficiare dell’approccio combinato, innovativo e multidisciplinare. Operare un cuore infiltrato è dunque un intervento non solo possibile per un numero sempre maggiore di pazienti, ma anche efficace e, in alcuni casi, risolutivo.
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