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29 maggio 2018

Ieo per le Donne 2018
Tumore del seno: tornare a vivere è molto di più che sopravvivere

Torna a Milano, al teatro Manzoni, l’incontro per pazienti con tumore al seno IEO per le donne, con messaggi forti per i medici, i media e la società. Ieo verso l’obiettivo “Cure chemio-free”

Milano, 29 maggio – “Oggi far sopravvivere una donna a un tumore del seno non basta; possiamo farla tornare a vivere” è la sfida lanciata dall’Istituto Europeo di Oncologia in occasione dell’undicesima edizione di IEO per le donne, ilprimo e unico evento in Italia dedicato all’ascolto delle pazienti al di fuori delle mura dell’ospedale. L’incontro ha coinvolto nel tempo oltre 10.000 donne da tutto il Paese e ha rappresentato un osservatorio-laboratorio per i bisogni delle pazienti e l’orientamento delle nuove terapie. E allo stesso tempo è diventato anche un momento di festa, grazie all’energia positiva delle pazienti che intervengono e la partecipazione di ospiti che sanno regalare intelligente allegria, come, quest’anno, Carla Signoris, Fabio De Luigi e Lella Costa.

“Sappiamo che il tumore al seno oggi ha percentuali di sopravvivenza che sfiorano il 100% in caso di tumore iniziale - ha dichiarato Paolo Veronesi, Direttore del Programma di Senologia dello IEO – Abbiamo quindi il dovere di pensare più in là del sopravvivere e far sì che la donna torni a vivere una vita piena.  Per raggiungere questo obiettivo abbiamo tre vie da percorrere: la direzione “chemio free”,  cioè l’ utilizzo delle nuove terapie che riducono al minimo la tossicità sull’organismo, evitando ove possibile la chemioterapia; lo sviluppo dell’offerta di  cure integrative  (psicologia, sessuologia, agopuntura e così via); la formazione degli oncologi a un rapporto con i pazienti basato sulla continuità dell’ascolto, perché una visita o un trattamento oncologico oggi non chiudono un rapporto, ma lo iniziano”.

Sul fronte delle terapie innovative nell’ultimo anno la comunità scientifica mondiale si è concentrata sul concetto di de-escalation, cioè riduzione delle dosi, dei trattamenti adiuvanti (i farmaci per ridurre il rischio di recidiva) per le donne con tumore iniziale. In particolare si è osservato che le pazienti con tumori molto piccoli e senza interessamento dei linfonodi hanno generalmente un’ottima prognosi, anche se colpite dal carcinoma triplo negativo, un tumore molto aggressivo e che di prassi richiede la chemioterapia.  I ricercatori si sono allora concentrati nel trovare delle firme genomiche (genomic signatures), cioè “mix di geni” che funzionano da marker di buona prognosi. Lo IEO è in prima fila in questi studi e sta mettendo a punto un test genomico che potrebbe determinare chi è a minor rischio di recidiva. Su questa base nei prossimi mesi verrà avviato uno studio clinico per identificare il sottogruppo di pazienti che potrebbe evitare di ricevere la chemioterapia, anche in caso di tumore triplo negativo.

Nell’area delle cure integrative IEO ha sviluppato fortemente nell’ultimo anno i servizi dello IEO Women’s Cancer Center, che semprepiù si caratterizza come modello di centro per la salute della donna, prima, durante e soprattutto dopo la cura. E’ infatti “il dopo” il momento oggi meno presidiato dagli ospedali e dai medici e in cui la donna si sente più fragile, più inerme e più sola.

Molte donne oggi si affidano ai social networks per contrastare il bisogno di informazioni e il senso di isolamento. Un sondaggio pilota realizzato da IEO sul campione delle 1000 pazienti iscritte a “IEO per le donne”rivela che circa 47% utilizza i social per condividere la malattia e il 36% appartiene a un gruppo Facebook dedicato. Tuttavia alla domanda se i social hanno migliorato il vissuto, la risposta non è positiva all’unanimità. Per alcune pazienti, anzi, sono fonte di confusione e di ansia. 

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