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17 settembre 2020

Presentazione Bilancio Sociale IEO e CCM
Presentato oggi a Milano, alle Gallerie d’Italia, il primo Bilancio Sociale dei due Centri

Milano, 17 settembre – Carlo Cimbri, Presidente dell’Istituto Europeo di Oncologia, e Carlo Buora, Presidente del Centro Cardiologico Monzino, insieme a Roberto Orecchia, Direttore Scientifico IEO, e Giulio Pompilio, Direttore Scientifico Monzino, presentano oggi a Milano, alle Gallerie d’Italia, il primo Bilancio Sociale dei due Centri.

Per la prima volta nella storia dei due Istituti, viene evidenziato l’impatto sociale del loro operato, attraverso i dati del 2019.

“Per noi responsabilità sociale significa innanzitutto garantire il miglior percorso di cura a tutti i pazienti indipendentemente dalla rimborsabilità delle prestazioni e dei farmaci - dichiara Cimbri - Nel 2019 IEO ha superato il budget stabilito da Regione Lombardia, relativo al volume di prestazioni di ricovero, di specialistica ambulatoriale e di diagnostica strumentale, per un importo di 4,6 milioni di euro: un costo che IEO ha deciso di sostenere a beneficio dei suoi pazienti, come fa da molti anni, per ovviare ai limiti di spesa. É responsabilità sociale anche investire nel Capitale Umano. Allo IEO lavorano oltre 1.600 persone e medici e infermieri prestano la loro opera in esclusiva. Grazie a questo caposaldo, tutti i pazienti sono seguiti in IEO dagli stessi team multidisciplinari di massima eccellenza e professionalità e con le medesime strutture e processi. E soprattutto con la stessa umanità, che è la cifra del nostro personale. Tutti i team svolgono attività di ricerca, in collegamento con il mondo scientifico internazionale, e tutta l’attività deve avere come finalità, oltre al bene del singolo paziente, anche quello del progresso della ricerca a favore di tutta la comunità. Anche per questo se c’è una cura possibile, allo IEO è già disponibile o presto lo sarà. Altra dimensione fondamentale della responsabilità sociale è la sostenibilità economica della ricerca, che noi ci impegniamo a garantire. Nel 2019 i finanziamenti per la ricerca sono stati reperiti per 24 milioni totali da grants, donazioni e 5x1000 dei cittadini. IEO finanzia con proprie risorse significative i costi non coperti dall’insieme di questi contributi.”

“Al di là di questi numeri - continua Cimbri - l’impatto sociale di IEO si misura anche nel suo essere un modello etico, che insegna che la sanità d’eccellenza non può essere un luogo di profitto. Questo è il senso del nostro statuto societario, che stabilisce che almeno l’80% dell’utile netto venga destinato alla ricerca, alle nuove tecnologie e allo sviluppo delle attività cliniche. In 25 anni di storia di IEO nessun dividendo è mai stato distribuito ai soci.”

“Il Monzino nasce 40 anni fa come atto di solidarietà sociale di un privato cittadino –prosegue Buora –. Il Cavalier Italo Monzino ha voluto creare un “ospedale del cuore”, che offrisse cure d’avanguardia a tutti, affiancandosi a una Sanità Pubblica che ai tempi faticava a raggiungere livelli di servizio adeguato. L’integrazione nel gruppo IEO, nel 2000, ha permesso di mantenere nel tempo questa missione: l’eccellenza di cura per tutti coloro che si rivolgono a noi è stata garantita, anche nei momenti di crisi economico-finanziarie o di altra natura, come quella causata dal Covid 19.  Anzi, posso affermare che il nostro impegno sociale è stato ancora più forte di fronte alla pandemia. Per tutelare i malati cardiovascolari e continuare ad offrire le cure allo stesso livello pre-covid, l’ospedale si è riorganizzato come hub, ottenendo di limitare al massimo le infezioni di pazienti e personale. Lo stesso ha fatto IEO. Nel frattempo la ricerca non è andata in lockdown. Anzi, i ricercatori hanno studiato la correlazione del virus con le altre patologie gravi, producendo linee guida e raccomandazioni adottate a livello mondiale. Oggi i due ospedali sono considerati esempi di strutture covid-safe”.

“Monzino è sin dalla nascita sede dell’Università di Milano – continua Buora - Per questo per noi responsabilità sociale è anche formare generazioni di cardiochirurghi e cardiologi preparati e motivati alla missione della professione medica, che lavorino in tutto il Paese e all’estero, orientando le strategie di lotta alle malattie cardiovascolari.

“Questo è l’anno giusto per presentare il primo bilancio sociale – commenta Orecchia - Il Covid ha fatto capire come la sanità di un Paese sia un ago della bilancia imprescindibile del livello di civiltà e di benessere collettivo. Ci ha fatto capire anche quanto la salute sia una questione globale e allo stesso tempo legata alla coscienza e al senso di responsabilità e ai comportamenti individuali. Per questo penso che il nostro impatto sociale sia anche legato alla nostra attività di prevenzione. Il nostro impegno scientifico è sicuramente curare al meglio, ma anche fare in modo che le persone non si ammalino o, se accade, che le terapie abbiano i minori effetti collaterali possibili, per poter essere velocemente reinseriti nella loro vita sociale. Per questo in IEO applichiamo, ove possibile, le metodiche mininvasive d’avanguardia, indipendentemente dalla rimborsabilità. Basta l’esempio della chirurgia robotica. Nel 2019 degli oltre 14.000 interventi chirurgici globali, 1.234 sono stati eseguiti con tecnica robotica e fra questi 577 non contemplavano un rimborso dei costi maggiori dovuti all’impiego del robot, per un valore non rimborsato pari a oltre 1 milione di euro. Abbiamo comunque utilizzato il robot per questi pazienti, perché la ricerca ci ha indicato che ne avrebbero avuto beneficio. La ricerca è la nostra guida per le scelte cliniche ed è da noi un processo integrato in cui tutti i dati vengono utilizzati insieme: dati epidemiologici e diagnostici, biologici e molecolari, ma anche stili di vita e contesto sociale.”

“Ai dati sulla ricerca - prosegue Pompilio - va aggiunto il suo impatto sociale come “creazione di valore”. La nostra ricerca è indipendente e quindi capace di trovare nuove soluzioni terapeutiche senza fini di lucro.  Siamo liberi di ricercare il massimo beneficio del paziente, senza tener conto di altri criteri, se non quelli scientifici. Un esempio concreto da noi è lo studio sulle cellule staminali e la loro capacità di rigenerare il cuore. Stiamo finanziando autonomamente uno studio clinico unico in Italia in questo ambito, rivolto a cardiopatici che non hanno altre chances terapeutiche, che può rivelarsi la cura del domani per i pazienti più gravi. Con la nostra ricerca dunque creiamo un valore e lo sosteniamo economicamente. E includo anche la ricerca tecnologica, che è la vocazione del Monzino e un grande plus per il paziente. L’investimento tecnologico nel 2109 è stato di oltre 4,5 milioni di euro. Collegato a questo, esiste un altro significato inerente al valore sociale della ricerca, che è la creazione di cultura. La nostra forte tradizione universitaria fa sì che formiamo ogni anno oltre 30 neolaureati, dottorandi e specializzandi, che diventeranno medici e ricercatori fortemente aperti all’innovazione, a vantaggio non solo dei malati, ma di tutta la comunità”.

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