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20 ottobre 2020

Il Covid non faccia rinunciare alla feminilità dopo un tumore del seno

Milano, 20 ottobre - L’Istituto Europeo di Oncologia,  con un evento virtuale su Facebook, aderisce anche quest’anno al BRA (Breast Reconstruction Awareness) Day, la Giornata internazionale per la consapevolezza della ricostruzione mammaria che si celebra domani in più di dieci Paesi negli Stati Uniti, in Canada, in Australia e in Europa, per informare  le donne circa le sempre più ampie possibilità di ricostruzione del seno, che la chirurgia plastica oncologica offre alle donne che affrontano un intervento per tumore mammario.

L’obiettivo globale è sottolineare che la ricostruzione del proprio seno significa per la donna il recupero della propria identità femminile ed è quindi parte integrante del trattamento oncologico. Gli studi più recenti rivelano infatti che poco più del 20% delle donne conosce tutti i trattamenti disponibili per la ricostruzione del seno, e meno del 20% è consapevole del fatto che la tempestività del trattamento del cancro al seno con la relativa ricostruzione ha un grande impatto sui risultati estetici, oltre che sulla prognosi della malattia.

“In epoca Covid il messaggio del BRA Day deve giungere alle donne in modo ancora più forte e chiaro – sottolinea Mario Rietjens, Direttore della Chirurgia Plastica Ricostruttiva IEO - Purtroppo la paura del contagio le ha tenute lontano dagli ospedali durante la prima ondata del virus e alcune erano anche intimorite dall’effettuare un trattamento ricostruttivo, come se fosse un intervento “in più”. Ma bisogna sottolineare che la ricostruzione è un diritto delle pazienti riconosciuto dal sistema sanitario nazionale, non è derogabile ed è parte integrante del percorso di cura e di guarigione, raccomandata da tutti gli organismi scientifici internazionali. Infatti durante il lockdown la nostra divisione ha interrotto solo gli interventi procrastinabili, come ad esempio i ritocchi di interventi precedenti, ma ha mantenuto il suo ritmo di attività, operando anche le pazienti di altri 6 ospedali, che arrivavano da noi come centro oncologico non- covid“.

“Il BRA Day quest’anno deve essere l’occasione per recuperare le donne alla diagnosi precoce – aggiunge Viviana Galimberti, Direttore della Chirurgia Senologica IEO - Il rischio del contagio COVID non deve aumentare il rischio di scoprire un tumore del seno a stadio avanzato, quando le possibilità di guarigione sono limitate ed è inferiore la possibilità di trattamenti poco invasivi. Anche il chirurgo ricostruttivo, sempre al nostro fianco in sala operatoria, ha meno opzioni, se il tumore è più diffuso. Quindi, ora che gli ospedali sono luoghi sicuri, le donne devono partecipare agli screening, fare gli esami di diagnosi precoce e rivolgersi a subito a un centro multidisciplinare di Senologia o Breast Unit, in caso di sospetta diagnosi di tumore. Il Covid impone, a tutti, giustamente, molte rinunce individuali, ma non dovrebbe far rinunciare alla propria femminilità dopo un tumore del seno.”

“I possibili risultati estetici - conclude Rietjens - sono in continuo miglioramento, grazie all’evoluzione permanente delle tecniche chirurgiche e dei materiali. Il BRA Day internazionalmente quest’anno è dedicato alla tecnica pre-pettorale, una metodica che in IEO abbiamo sviluppato particolarmente nell’ultimo anno.  In sintesi subito dopo l’intervento chirurgico di rimozione della ghiandola mammaria, viene inserita al suo posto la protesi, senza toccare i muscoli pettorali. Il risultato è senza dubbio una mammella più naturale, con un intervento minivasivo. Va però sottolineato che questa è una delle tante possibilità oggi a disposizione del chirurgo plastico, che ci permettono di garantire una ricostruzione personalizzata per ogni donna”.

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