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Radiologia Interventistica

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La Divisione di Radiologia Interventistica IEO, strutturata su un modello organizzativo ancora unico in Italia, costituisce un punto di riferimento importante per molte strutture.

Il radiologo interventista IEO segue il paziente prima e dopo l'intervento, garantendogli supporto durante l'intero percorso clinico. 

Alla Divisione afferisce la seguente Unità: U.O. di Ricerca e Sviluppo di Tecnologie in Interventistica Oncologica

Le nostre attività

 

La Radiologia Interventistica è una moderna branca della medicina, ad altissimo contenuto tecnologico, che si occupa della gestione mini-invasiva di problematiche cliniche. Essa rappresenta il connubio tra la diagnostica strumentale e l’attività clinico-chirurgica, derivando in origine da una branca super-specialistica della Radiologia Diagnostica.

La Divisione di Radiologia Interventistica IEO, in stretta collaborazione di tipo multidisciplinare con le Divisioni di Chirurgia e di Oncologia, si occupa pertanto:

  • della gestione clinica del paziente, curando le problematiche cliniche dalla diagnosi (anche mediante biopsia) al trattamento mini-invasivo delle lesioni neoplastiche
  • della gestione mini-invasiva delle complicanze cliniche post-chirurgiche, come il controllo delle emorragie ed il drenaggio delle raccolte ascessuali, in passato affrontabili solo con complessi e pericolosi atti chirurgici.

Tra le principali attività “interventistiche” ormai considerate standard in ambito clinico oncologico, occorre segnalare il trattamento dei tumori primitivi e metastatici del fegato, il trattamento percutaneo (non chirurgico) del piccolo tumore renale e delle metastasi polmonari.

Alla Divisione afferisce la seguente Unità:  U.O. di Ricerca e Sviluppo Tecnologie in Interventistica Oncologica

  • Il nostro staff
     

    Radiologia Interventistica

    Direttore

    Franco Orsi

    Staff Radiologia Interventistica

  • principali attività della divisione di radiologia interventistica

    Termoablazione (con radiofrequenza o micro-onde): è un intervento mini-invasivo che con approccio percutaneo consente di distruggere le cellule tumorali di masse epatiche, renali e polmonari o in altri distretti del corpo (surreni, impianti peritoneali etc). In caso di metastasi ossee, questa tecnica terapeutica consente di controllare rapidamente ed in modo non invasivo il dolore.

     

    Chemioembolizzazione: mediante l’utilizzo di appositi cateteri (piccoli tubi di materiale plastico), è possibile raggiungere i vasi arteriosi che alimentano alcune masse tumorali in organi come il fegato e iniettare selettivamente alte concentrazioni di farmaco antitumorale ed in seguito occludere il vaso stesso. Il duplice effetto di questa terapia locale è quello di ottenere la morte cellulare in virtù delle alte concentrazioni di chemioterapico utilizzate e dell’ischemia del tessuto patologico derivante dall’occlusione del vaso arterioso tributario.

     

    Embolizzazione con microparticelle: è un intervento simile al precedente, il cui scopo è però quello di interrompere solo l’apporto ematico alle lesioni tumorali. Sfruttando il potere altamente “embolizzante” di particelle estremamente piccole (40 micron) in grado di penetrare profondamente nella trama vascolare patologica, il tumore viene del tutto isolato dall’apporto ematico, determinandone in questo modo la morte per “asfissia”. Rispetto alla precedente, questa terapia è indicata esclusivamente per i tumori primitivi del fegato (epatocarcinoma) ed ha il vantaggio, non utilizzando farmaci chemioterapici, di non danneggiare il parenchima epatico sano periferico alla lesione trattata.

     

    Embolizzazione Fibromi Uterini: è una particolare indicazione dell’intervento di embolizzazione, indicata nel trattamento non invasivo dei sintomi derivanti dalla presenza di fibromi uterini. Questa metodica consente un risultato in oltre il 90% delle pazienti, evitando pertanto l’asportazione dell’utero.

     

    Embolizzazione con microspirali: è un intervento che consente di controllare le emorragie causate da traumi o da interventi chirurgici. Raggiungendo dall’interno il vaso o i vasi responsabili del sanguinamento arterioso, in modo estremamente selettivo e non invasivo è possibile occluderlo e arrestare in modo definitivo il sanguinamento.

     

    Chemioterapia locoregionale: questa procedura consente il trattamento chemioterapico intrarterioso locoregionale di organi colpiti da tumori solidi. In particolare questo trattamento viene indicato in caso di tumori primitivi e/o metastatici del fegato. Nonostante l’alta concentrazione di farmaci chemioterapici impiegati, gli effetti collaterali tipici della chemioterapia sistemica non si manifestano, mentre appaiono potenziati gli effetti antitumorali locali. Una delle possibili indicazioni di questo trattamento è il controllo della malattia epatica particolarmente diffusa e non candidata ad altre terapie. In alcuni casi è possibile ricondurre il paziente all’intervento chirurgico prima non possibile, grazie alla riduzione dimensionale dei tumori sottoposti a questa terapia.

     

    Biopsia percutanee: con guida strumentale ecografica o TC, è possibile prelevare in modo mini-invasivo campioni di cellule o tessuti da ogni parte del corpo, al fine di definire la natura di processi patologici o definirne le caratteristiche biologiche al fine di indirizzare il paziente al trattamento farmacologico maggiormente efficace e basato sulle specifiche caratteristiche del tumore stesso.

     

    Nefrostomia: è una metodica percutanea che consente il posizionamento di un catetere di drenaggio nelle cavità escretrici renali quando per motivi diversi l’urina non riesce a raggiungere la vescica (idronefrosi).

     

    Drenaggio biliare: consiste nell’impianto percutaneo di un catetere nelle vie biliari epatiche allo scopo di derivare la bile in presenza di ostruzione che ne impedisca il passaggio nell’intestino (ittero colestatico).

     

    Accessi Venosi: mediante l’utilizzo della guida ecografia è possibile l’impianto percutaneo di sistemi venosi centrali come Port venosi o cateteri venosi centrali per la somministrazione di terapie sistemiche.

     

    Endoprotesi: si tratta di dispositivi permanenti o temporanei cha consentono di bypassare ostruzioni patologiche a livello ureterale o biliare. Con tecnica mini-invasiva è possibile controllare situazioni cliniche come l’idroureteronefrosi o l’ittero colestatico mediante l’impianto percutaneo di endoprotesi.

     

    Drenaggi: con l’ausilio della guida strumentale ecografia o TC, il posizionamento percutaneo di appositi cateteri di drenaggi consente la risoluzione di problematiche cliniche come la presenza di raccolte ascessuali post-chirurgiche o le raccolte linfatiche post linfadenectomia (linfoceli).

  • peculiarità della radiologia interventistica

PARTNERSHIP

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